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CERTIFICAZIONE DI REGOLARITÀ CONTRIBUTIVA. NUOVI CRITERI PER IL RILASCIO

CERTIFICAZIONE DI REGOLARITÀ CONTRIBUTIVA. NUOVI CRITERI PER IL RILASCIO

A partire dal 1° gennaio 2025 verranno aggiornati i criteri per il rilascio della certificazione della regolarità contributiva.  La certificazione della regolarità contributiva è l’attestazione rilasciata dall’EPAP che certifica la posizione amministrativa, a fini previdenziali, dei propri iscritti ed è indispensabile per: il riconoscimento di diritti soggettivi degli iscritti nell’ambito di appalti pubblici; l’accesso a provvidenze messe a disposizione da bandi di finanziamento per i professionisti; l’accesso ai benefici messi a disposizione da EPAP.

 

Le novità a partire dal 1° gennaio 2025 riguarderanno principalmente i requisiti necessari.

 

Nello specifico, l’EPAP rilascerà la certificazione solo se saranno rispettati i seguenti requisiti:

  • Correttezza degli adempimenti di cui all’art. 7 (Pagamento dei contributi), all’art. 9 (Obbligo di comunicazione del reddito professionale) e all’art. 10 (Recuperi e sanzioni) del Regolamento dell’Ente. Nel dettaglio, per “correttezza degli adempimenti” riportati negli articoli sopracitati, si intende:
    • La rispondenza tra contributi effettivamente versati e quelli dovuti da autodichiarazione;
    • Gli acconti per l’anno in corso versati nella misura non inferiore al contributo minimo dovuto;
    • Gli acconti per l’anno precedente, qualora dovuti, versati in misura non inferiore all’effettivo dovuto sulla base della comunicazione del reddito professionale;
    • La rispondenza tra gli interessi e sanzioni versate e quelle dovute con l’esclusione di quelle eventualmente maturate per gli acconti dovuti.
  • Nel caso di richiesta di regolarità da parte di un neo iscritto, la verifica viene effettuata sulla corrispondenza tra versamenti effettuati e quelli accertati come dovuti, in base almeno alla contribuzione minima vigente.
  •  

L’EPAP rilascerà la certificazione anche nei seguenti casi:

  • La differenza tra gli importi effettivamente versati e quelli dovuti sia inferiore o pari a 250 euro.
  • Regolarità nel pagamento di eventuali piani di rateizzazione in corso sottoscritti con l’Ente (per approfondimenti circa la rateizzazione clicca qui);
  • Sospensioni dei pagamenti a seguito di disposizioni legislative, recepite con idoneo provvedimento amministrativo (es. eventi calamitosi);
  • Versamenti dovuti ma non ancora versati perché di competenza di uffici pubblici (es. amministratori di Comuni, Province).
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